È un po’ come il nostro biglietto da visita, ma anche il momento in cui impariamo a conoscere la persona che abbiamo davanti e a capire di cosa ha bisogno davvero.
Non serve essere perfetti o recitare un copione: serve empatia, chiarezza e autenticità. Ecco qualche consiglio pratico.
1. Inizia con un sorriso
Può sembrare banale, ma un sorriso sincero cambia tutto. Ti aiuta a sciogliere la tensione e a far capire allo studente che si trova in un ambiente accogliente e professionale. Mostrati calmo, rilassato, ma sicuro di te. Bastano poche parole per rompere il ghiaccio:Evita di buttarti subito sulla materia o sulle difficoltà: prima di tutto, fate conoscenza. Mostra curiosità per chi hai davanti. Spesso dietro uno studente c’è una storia interessante, e ascoltarla ti aiuterà a capire molto.
2. “Raccontami un po’ la tua situazione”
Questa è la frase magica. È semplice, ma potentissima.
Quando dici “Raccontami un po’ la tua situazione”, stai invitando lo studente ad aprirsi, a parlare liberamente del suo percorso, delle sue difficoltà e dei suoi obiettivi. Ascoltalo senza interrompere.
Anche se ti verrebbe spontaneo dare subito un consiglio o una soluzione, aspetta. Il tuo compito in questa fase è ascoltare e osservare: il tono, le parole, le espressioni. Tutto ti darà indizi preziosi per capire la psicologia del tuo studente, quindi prendi nota nella tua mente del suo modo di agire e di pensare: perchè ha agito in un certo modo, dove sente di avere delle difficoltà, cosa vorrebbe migliorare: sono tutti elementi su cui lavorerete insieme.
Io di solito appunto mentalmente i punti chiave e mi preparo le domande per lo step successivo 📒:
- Quali sono i suoi obiettivi?
- Quali difficoltà ha incontrato finora?
- Dove si sente più insicuro?
- Cosa lo motiva?
- Cosa lo blocca?
3. Fai domande per chiarire
Dopo aver ascoltato, fai domande per capire meglio il tuo studente e toglierti i dubbi che hai.Sei come un medico, è imporante fare una diagnosi accurata prima di prescrivere una cura. Se non capisci bene la situazione, rischi di proporre soluzioni che non funzionano e di non entrare in sintonia con il tuo studente, che non si sentirà capito, nè tanto meno sicuro di voler continuare con te il suo percorso di recupero.
Ricorda che come te ci possono essere altre persone volenterose di lavorare con lui: perchè dovrebbe secglierti, allora? Devi distinguerti proprio per la tua capacità di ascolto e rispondere ai suoi bisogni.
Non devono essere interrogatori, ma curiosità genuine, come:
- “Quando hai iniziato ad avere difficoltà in questa materia?”
- “Ti capita di studiare da solo o preferisci schemi e spiegazioni?”
- “C’è qualcosa che ti piacerebbe migliorare in modo particolare?”
Le domande mostrano che sei davvero interessato e aiutano lo studente a sentirsi compreso, non giudicato. Inoltre, ti servono per costruire un piano personalizzato: il modo migliore per distinguerti dagli altri tutor è proprio far capire che non offri lezioni ‘standard’, ma su misura per chi hai davanti.
Lacia rispondere lo studente, fagli pure tutte le domande che ti servono per capire il suo caso: te ne farà anche lui, quindi aspettati di dover rispondere a qualche domanda sul tuo metodo di insegnamento, la tua esperienza, o semplicmeenti cosa ne pensi di certe cose.
Ti divertirai in questa fase, è quella in cui si instaura la chimica tra voi due, potrai vedere cosa funziona e cosa ancora 'stride' un po' 😅.
4. Offri un consiglio
Una volta che hai ascoltato e fatto le tue domande, offri il tuo parere oggettivo e dai qualche consiglio pratico.
Non serve sia una mini-lezione completa, basta dare il tuo parere, franco e diretto, in modo da far capire la tua competenza.
Se secondo te ci sono da prendere provvedimenti drastici, procedi per gradi e dai una panoramica del percorso che secondo te lo studente dovrebbe fare.
Per esempio:
“Potresti provare a rivedere quell’argomento usando mappe mentali, funziona bene per chi è visivo.”
“Secondo me, prima di ripetere a memoria, dovresti provare a spiegartelo ad alta voce, come se insegnassi a qualcuno.”
Questo piccolo gesto è un assaggio del tuo metodo.
Mostra che non sei lì per vendere ore di lezione, ma per aiutare davvero. Ed è proprio questo che ispira fiducia 🫶 .
5. Lascia libero lo studente di scegliere
Alla fine dell’incontro, non mettere pressione.
Evita frasi come “Allora, fissiamo subito la prossima lezione?” — anche se lo studente sembra interessato. Ricorda: il tuo obiettivo non è “chiudere una vendita”, ma creare una relazione di fiducia.
Io chiudo sempre con una frase semplice e leggera: “In ogni caso, in bocca al lupo! Se deciderai di iniziare con me, sarò felice di aiutarti nel tuo percorso.” È un modo carino per salutare, senza creare ansia o obblighi.
Se hai fatto bene il tuo lavoro, se hai ascoltato e trasmesso sicurezza, sarà lo studente a risentirti. E quando lo farà, sarà perché si fida di te.